C’è un luogo a Venezia che per molti secoli è stato centro di primaria importanza economica. Un luogo che ha ospitato merci preziose e mercanti di ori e argenti.

Il Fondaco dei Tedeschi nacque a Rialto per volere della Serenissima come sede di scambio e stoccaggio delle merci per gli Alemanni. A dire il vero gli orefici in Venezia iniziarono ad operare prima, sembra dal 1015 e come citati nelle convenzioni fra il doge Ottone Orseolo e gli Eracleani.
Proprio a Rialto gli orefici si svilupparono, grazie all’abbondanza di materie prime che provenivano dalle miniere del centro Europa e al ruolo dei Tedeschi. Infatti, nell’area di Rialto la presenza dei Tedeschi (che includevano anche gli Austriaci, i Boemi e gli Ungheresi) era già stata censita ai tempi del Doge Domenico Morosini tra il 1148 e il 1156.
La storia del Fondaco dei Tedeschi nasce nel 1222. In quell’anno la Serenissima aveva acquistato dalla Nobile famiglia Zusto il terreno presso Rivoalto per far sorgere un Fontego destinato a case dei Mercanti di Nazionalità Allemanna e deposito doganale delle loro mercanzie. “Fonticum Comunis Veneciarum ubi Teitonici hospitantur”, ovvero come “Fondaco della Comunità Veneziana, dove i Tedeschi rimangono”.
Il primo Fondaco dei Tedeschi fu progettato da Abilinus Teutonicus, architetto tedesco assunto dal governo veneziano. La struttura ospitava permanentemente oltre 100 mercanti tedeschi. La Repubblica di Venezia assunse nelle proprie mani la direzione del Fondaco mediante i nobili funzionari amministrativi chiamati Visdomini. Essi furono uno dei primi uffici istituiti dalla Serenissima per il controllo delle merci in entrata ed uscita. Dal 1268 avevano la competenza sul Fondaco dei Tedeschi, soprintendevano tutti i negozi della casa di commercio, esercitavano potere disciplinare, riscuotendo i canoni per importazioni ed esportazioni.

I mercanti Tedeschi, in attesa di scendere al Fondaco di Rialto, avevano a Treviso i loro magazzini di terraferma. Le merci scendevano dalla direttrice Ampezzana-Belluno-Feltre e dalla Valle dell’Adige per Trento e Primolano. Tra le altre vie per scendere fino in Laguna di Venezia, l’Allemagna partiva da Innsbruck e oltrepassava Sterzino, Brunico, Dobbiaco, Ampezzo, San Martino, Ospitale, Santa Croce, Serravalle, Conegliano, Treviso e quindi Mestre e Venezia. Oppure seguivano la Via di Tarvisio che andava ad Aquileia e Palmanova provenendo dalla Croazia e dall’area Balcanica.
Per comprendere l’importanza economica del Fondaco dei Tedeschi, verso il 1472 il volume d’affari si aggirava attorno al un milione di ducati annui.

Dopo il devastante incendio del 1505, con gran solerzia di tempi il Senato della Serenissima diede incarico di rifare il Fondaco a Gerolamo Tedesco.
Va sottolineato che tra i mercanti d’Oltralpe c’erano due nette distinzioni. Da una parte i Tedeschi da Norimberga e dalla Germania Alta provenienti da Norimberga, Basilea, Strasburgo, Spira, Worms, Magonza, Francoforte, Lubecca e città limitrofe. Dall’altra c’erano i Tedeschi quelli della Germania Bassa provenienti da Colonia, Ratisbona, Augusta, Ulma, Costanza, Vienna, Linz, Gmunden, Salisburgo e Lubiana.

I metalli preziosi del Fondaco erano di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’economia veneziana. Basti pensare che la Zecca veneziana nel XV secolo coniava fino a due milioni di monete all’anno tra ducati d’oro e d’argento. Nel 1773 gli orefici e gioiellieri erano 415, i tiraoro e battioro 476, i diamanteri da tenero 75 e quelli da duro 26.
Con l’occupazione di Napoleone dal 1806 il Fondaco dei Tedeschi divenne dogana e poi sede delle Poste Italiane agli inizi del Novecento. Di recente è stato oggetto di una completa ristrutturazione che lo ha trasformato in un centro commerciale di lusso.
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Fonti
- “I Visdomini del Fontego dei Tedeschi”, Tesi di Laurea di Silvia Pazzaglia
- “Verso una forma collettiva della città”. Svenja Klett, Università di Edimburgo
- stedrs.blogspot.com
- Wikipedia